Tre anni di sopravvivenza nel mieloma multiplo con Car-T; questi sono alcuni dei dati presentati al Congresso Ash (Congresso della Società Americana di Ematologia) rispetto ai trattamenti innovativi usati per combattere i tumori del sangue. I risultati sono ben tre volte superiori a quelli attesi. Un ottimo esempio è proprio quello del mieloma multiplo, un tumore che ha origine nel midollo osseo e che colpisce ogni anno circa 5.750 persone in Italia. Oggi la sopravvivenza media alla malattia è passata dai 36 mesi di vent’anni fa a circa 7 anni.
Il mieloma multiplo
Il mieloma multiplo è un tumore che ha origine nel midollo osseo. Colpisce ogni anno circa 5.750 persone in Italia. Oggi per questa neoplasia si aprono importanti prospettive e novità per i pazienti refrattari.
Elena Zamagni, docente di Ematologia Istituto di Ematologia ‘L. A. Seràgnoli’, Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Orsola-Malpighi di Bologna, ha dichiarato che “… i dati preliminari hanno evidenziato una risposta nel 50% dei pazienti che avevano ricevuto mediamente sette precedenti regimi di trattamento. Si tratta di un risultato molto importante, ottenuto in persone che avevano perso la risposta alle terapie disponibili”.
CAR-T e iberdomide: i progressi dell’immunoterapia
Anche la nuova CAR-T ide-cel è stata al centro del discorso della Prof.ssa Zamagni per il trattamento di alcuni tumori del sangue.
L’iberdomide è un immunomodulatore che ha migliorato la percentuale di risposta e dell’immunoterapia basata sulla terapia cellulare con una nuova CAR T, ide-cel. Per i pazienti pesantemente pretrattati il controllo della malattia ha raggiunto i 9 mesi, con una buona percentuale di pazienti vivi a 3 anni.
“Le CAR-T rappresentano il fronte più avanzato dell’immunoterapia. I linfociti T vengono prelevati dal paziente, ingegnerizzati in laboratorio con una procedura complessa e poi reinfusi nella persona colpita dalla patologia. Nello studio di fase I presentato al Congresso con una osservazione prolungata, di 41 mesi, ide-cel ha mostrato un buon controllo della malattia in pazienti che avevano ricevuto mediamente 6 linee di terapia precedenti, con una durata mediana della risposta di 10 mesi e una mediana di sopravvivenza di 34 mesi. Si tratta di risultati 3 volte superiori rispetto a quelli stimati in questa popolazione di pazienti. Sono importanti anche le analisi dei sottogruppi di pazienti trattati nello studio di fase 2 KaRMMa, che hanno riguardato, da un lato, pazienti di età superiore a 70 anni, dall’altro lato, persone con malattia molto aggressiva per la presenza di masse extramidollari o di alterazioni genetiche. Sono emersi risultati simili alla popolazione generale in studio, sia in termini di tollerabilità che di durata della risposta”.
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